AVELLINO: BANCAROTTA FRAUDOLENTA, SEQUESTRATI OPIFICIO E TERRENI NEL TRICOLLE.
05 ottobre 2024 - ore 15,03
Nella giornata di ieri, militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Ariano Irpino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal Tribunale di Benevento di un opificio industriale sito in Ariano Irpino e di due terreni ubicati in Montecalvo Irpino, ritenuti profitto del delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione commesso nella gestione di una società con sede in Montecalvo Irpino, operante nel settore della produzione di conglomerati cementizi e dichiarata fallita dal Tribunale di Benevento con sentenza pronunciata nell’anno 2021.
In particolare, il Tribunale emetteva l’ordinanza di sequestro eseguita in data odierna in accoglimento dell’appello proposto dalla Procura di Benevento avverso l’iniziale provvedimento del G.I.P., che disponeva il sequestro solo delle somme di denaro pure ritenute profitto di condotte di distrazione, mentre riteneva non sussistenti i presupposti per il sequestro preventivo anche dell’opificio industriale e dei terreni; l’ordinanza eseguita in data odierna, peraltro, veniva emessa dopo la pronuncia della Corte di
Cassazione su ricorso pure presentato dalla Procura di Benevento avverso una prima ordinanza del Tribunale di Benevento che confermava l’iniziale rigetto del G.I.P.
Dal punto di vista investigativo, l’articolata attività di indagine svolta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Ariano Irpino e coordinata dalla Procura di Benevento, prendendo le mosse dalle notizie contenute nelle relazioni della curatela fallimentare, consentiva, mediante acquisizione di documenti, analisi di operazioni bancarie, ascolto di persone informate sui fatti, attività di sopralluogo ed acquisizione di perizie estimative, di accertare diverse operazioni commerciali rivelatesi pregiudizievoli nei confronti del patrimonio della società fallita, con passivo accertato di quasi 3 milioni di euro, e degli interessi dei creditori, tra le quali la vendita dell’opificio industriale di Ariano Irpino e dei terreni di Montecalvo Irpino, dal valore stimato in oltre 700.000,00 euro, in favore di altra impresa operante nel medesimo settore industriale, in data prossima alla presentazione della domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo (poi dichiarata inammissibile dal Tribunale di Benevento) e, soprattutto, senza alcun apprezzabile vantaggio economico per l’impresa fallita.
In particolare, il Tribunale emetteva l’ordinanza di sequestro eseguita in data odierna in accoglimento dell’appello proposto dalla Procura di Benevento avverso l’iniziale provvedimento del G.I.P., che disponeva il sequestro solo delle somme di denaro pure ritenute profitto di condotte di distrazione, mentre riteneva non sussistenti i presupposti per il sequestro preventivo anche dell’opificio industriale e dei terreni; l’ordinanza eseguita in data odierna, peraltro, veniva emessa dopo la pronuncia della Corte di
Cassazione su ricorso pure presentato dalla Procura di Benevento avverso una prima ordinanza del Tribunale di Benevento che confermava l’iniziale rigetto del G.I.P.
Dal punto di vista investigativo, l’articolata attività di indagine svolta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Ariano Irpino e coordinata dalla Procura di Benevento, prendendo le mosse dalle notizie contenute nelle relazioni della curatela fallimentare, consentiva, mediante acquisizione di documenti, analisi di operazioni bancarie, ascolto di persone informate sui fatti, attività di sopralluogo ed acquisizione di perizie estimative, di accertare diverse operazioni commerciali rivelatesi pregiudizievoli nei confronti del patrimonio della società fallita, con passivo accertato di quasi 3 milioni di euro, e degli interessi dei creditori, tra le quali la vendita dell’opificio industriale di Ariano Irpino e dei terreni di Montecalvo Irpino, dal valore stimato in oltre 700.000,00 euro, in favore di altra impresa operante nel medesimo settore industriale, in data prossima alla presentazione della domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo (poi dichiarata inammissibile dal Tribunale di Benevento) e, soprattutto, senza alcun apprezzabile vantaggio economico per l’impresa fallita.