Napoli. Pizzo a Mergellina: arrestati il boss Piccirillo e il figlio, tra le vittime anche Rita De Crescenzo
28 ottobre 2024 - ore 22,00
Antonio e Rosario Piccirillo Su delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, si comunica che, nella mattinata odierna, la Polizia di Stato ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due soggetti - padre e figlio originari della zona della Torretta di Mergellina - ritenuti gravemente indiziati del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le indagini, condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, hanno permesso di accertare che i destinatari del provvedimento restrittivo avrebbero avanzato richieste estorsive nei confronti di imprenditori che gestivano gli ormeggi per le imbarcazioni da diporto presso i moli di Mergellina.
Nello specifico, il figlio - presentandosi alle vittime come emissario del padre, attualmente detenuto ma molto noto come soggetto di spicco della criminalità organizzata della zona - le aveva minacciate pretendendo dalle stesse la gestione in esclusiva di alcune “boe” per l’ormeggio e, in talune circostanze, anche l’assunzione di personale compiacente.
In alcuni casi, invece, sarebbe stata pretesa anche la gestione monopolistica di alcuni natanti ormeggiati nei campi boe delle vittime e destinati al noleggio.
Negli ultimi anni uno dei due destinatari era assurto agli onori delle cronache, anche nazionali, per la sua partecipazione a manifestazioni anticamorra in occasione delle quali lo stesso aveva dichiarato di dissociarsi dagli ambienti della criminalità organizzata, rinnegando altresì la figura del padre camorrista.
Le indagini, condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, hanno permesso di accertare che i destinatari del provvedimento restrittivo avrebbero avanzato richieste estorsive nei confronti di imprenditori che gestivano gli ormeggi per le imbarcazioni da diporto presso i moli di Mergellina.
Nello specifico, il figlio - presentandosi alle vittime come emissario del padre, attualmente detenuto ma molto noto come soggetto di spicco della criminalità organizzata della zona - le aveva minacciate pretendendo dalle stesse la gestione in esclusiva di alcune “boe” per l’ormeggio e, in talune circostanze, anche l’assunzione di personale compiacente.
In alcuni casi, invece, sarebbe stata pretesa anche la gestione monopolistica di alcuni natanti ormeggiati nei campi boe delle vittime e destinati al noleggio.
Negli ultimi anni uno dei due destinatari era assurto agli onori delle cronache, anche nazionali, per la sua partecipazione a manifestazioni anticamorra in occasione delle quali lo stesso aveva dichiarato di dissociarsi dagli ambienti della criminalità organizzata, rinnegando altresì la figura del padre camorrista.