Nelle prime ore dell’Alba di sabato 17 agosto 2024, mediante un’operazione congiunta, i militari della Compagnia Carabinieri di Oristano e del Reparto Territoriale Carabinieri di Mondragone, in provincia di Caserta, nel contesto di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Oristano, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di una misura cautelare coercitiva, emessa dal GIP del Tribunale di Oristano, che ha disposto gli arresti domiciliari in Castel Volturno (CE) nei confronti di nr. 1 indagato, 31enne del posto, già noto alle Forze dell’Ordine, ritenuto responsabile, in concorso con altri soggetti, di truffa aggravata in danno di persona fragile ed anziana (artt. 110, 640 c.p.) e di Indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti (art. 110 e 493-ter c.p.).
Il provvedimento scaturisce da un’articolata indagine iniziata dai Carabinieri di Oristano dopo il compimento di una truffa ai danni di una signora anziana del centro cittadino lo scorso 9 maggio, alle ore 9 del mattino, durante la quale la stessa veniva contattata sull’utenza telefonica di casa da un numero anonimo. Dall’altra parte della cornetta un soggetto, presentatosi come avvocato e amico del genero e della figlia di costei, le aveva comunicato che era successo qualcosa di grave a sua figlia e che le doveva passare al telefono un Maresciallo dei Carabinieri, il quale le avrebbe meglio descritto l’accaduto.
Il secondo interlocutore, presentatosi appunto quale Carabiniere, le aveva riferito che la figlia aveva poco prima investito, a bordo della sua autovettura, dopo aver ignorato un segnale di STOP, un pedone, che era in fin di vita. Le aveva, quindi spiegato che la figlia – la quale era al momento in ospedale per ricevere a sua volta le cure del caso – rischiava dai 2 ai 5 anni di reclusione, rappresentandole inoltre che la famiglia della parte lesa aveva richiesto un risarcimento immediato di 35.000 €; nel corso della chiamata le aveva, altresì, fatto sentire un audio - nel quale aveva creduto di riconoscere la voce della propria figlia- ove una donna implorava: “Aiuto mamma aiuto”. Il sedicente Carabiniere si era, allora, informato sui contanti che l’anziana vittima aveva in casa, e, una volta appreso che aveva 17.530 €, le aveva chiesto di recuperare anche tutti i monili d’oro in suo possesso, da cumulare a detto importo, aggiungendo che di lì a poco l’avvocato della figlia sarebbe passato a casa sua per ritirare i valori.
Alle 10:30 si era presentato in casa un uomo, il quale indossava una coppola, e che si era presentato come l’avvocato della figlia. L’anziana l’aveva accolto in casa e, portatasi nella stanza dove custodiva il denaro, l’aveva contato davanti a lui. Quindi, gli aveva mostrato i gioielli, per poi consegnarli diverse catenine, anelli con pietre preziose orecchini, tutti d’oro. Il sedicente avvocato, il quale era rimasto in contatto durante tutta la permanenza in casa sua con il sedicente carabiniere, su indicazione di quest’ultimo le aveva anche chiesto, infine, la carta di credito con il relativo PIN, oltre al telefono cellulare, per poi congedarsi da lì intorno alle 11.
Verso le 12:00 l’anziana vittima, avendo ricevuto una chiamata dalla figlia (la quale si era preoccupata per via delle notifiche di prelievo di ben 2.000 € ricevute sul suo cellulare e l’aveva contattata per capire cosa stesse accadendo), aveva compreso d’essere stata vittima di una truffa. Sulla base dell’attività informativa svolta dalla Stazione Carabinieri di Oristano e dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia, grazie alla capillare presenza sul territorio e la penetrante conoscenza del tessuto sociale e criminale, e grazie alle attività d’indagine, tradizionali e tecniche (in particolare il analisi delle telecamere di videosorveglianza pubblica), emergevano gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’odierno arrestato che, tra l’altro, aveva utilizzato una Volkswagen Tiguan che risultava intestata ad una società di leasing con sede a Trento.
Mediante quindi l’ininterrotta attività investigativa, i militari dell’Arma hanno potuto ricostruire la dinamica dei fatti e raccogliere univoci e concordanti elementi di colpevolezza per i fatti criminali contestati. L’operazione odierna dei Carabinieri, che non conclude né le indagini sul fatto e sugli ulteriori legami criminali e l’esatta consistenza del gruppo che ha agito né sugli altri casi analoghi, risulta particolarmente importante in quanto la grave truffa desta grande preoccupazione per la vulnerabilità e fragilità della vittima (Signora estremamente anziana e per di più sola) nonché per le modalità della condotta (il malvivente ha fatto leva, dopo essersi presentato come amico della genero e della figlia, sui sentimenti della persona offesa e sulla sua legittima preoccupazione per le sorti della figlia, arrivando persino a farle ascoltare un audio asseritamente contenente una richiesta d’aiuto della stessa).
Le modalità della condotta del raccapricciante crimine denotano l’esistenza di un elevato grado di organizzazione e di una meticolosa preparazione del colpo, preparato fin nei dettagli, con uno spostamento organizzato dalla Campania e con tutti gli accorgimenti del caso, eseguito dopo aver ricercato la vittima, acquisendo informazioni sul suo profilo le sue abitudini, senza dubbio anche sull’assenza di familiari in casa e sui nomi dei suoi affetti. La circostanza che sia stata individuata una persona sola, molto anziana ed evidentemente impressionabile, che si sia fatta leva sul suo comprensibile spavento per le sorti dell’amata figlia, e che si sia sfruttato tale sentimento per sottrarle ingenti somme di denaro, oltre ad alcuni monili tra i quali anche un anello di fidanzamento, è indicativa della totale assenza di remore di chi “criminalmente” agisce, non mostrando la minima compassione ed anzi, lasciata la casa della vittima- cui si è arrivati a sottrarre persino un vecchio cellulare- si è immediatamente raggiunto il bancomat per affondare l’ultimo colpo, ossia il prelievo dal conto.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta dall’Autorità Giudiziaria in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari di essa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva. Continuano i controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale di Oristano, soprattutto per la prevenzione e la repressione dei reati predatori e del traffico illecito di sostanze stupefacenti.